Regina incontrastata della musica occitana, la ghironda (detta anche Viola o Gironda) è un cordofono a corde strofinate da un disco di origine medievale.
Oggi strumento musicale principe dell’accompagnamento della canzone tradizionale della piccola comunità Occitana di Guardia Piemontese in provincia di Cosenza.
Per chi non lo sapesse, Guardia Piemontese sorge a 514 metri sul livello del mare sul litorale tirreno della provincia di Cosenza.
È una comunità di origine Occitana in provincia di Cosenza in Calabria, nel territorio conosciuto anche come Riviera dei cedri, e La Gàrdia è la sua denominazione in lingua Occitana.
La lingua occitana qui è ancora diffusa e parlata e la Ghironda rappresenta un simbolo dell’identità Occitana, infatti ancora oggi è presente nei repertori tradizionali suonati a Guardia Piemontese.
Gli occitani in Calabria

Gli Occitani s’insediarono a Guardia tra il XII e il XIII secolo arrivando dal Piemonte. Parrebbe che in quei secoli, nonostante la diversità, i Valdesi di Guardia Piemontese vissero senza conflitti e in armonia con le comunità circostanti.
Di seguito, però, furono colpiti dalla crociata del Cardinale Michele Ghislieri, poi Papa Pio V.
La strage del 5 Giugno 1561, conosciuta storicamente come la strage dei Valdesi di Guardia Piemontese, con l’uccisione di gran parte della popolazione.
L’inquisizione impose addirittura l’uso di porte munite di spioncino apribile solo dalla parte esterna per consentire ai frati domenicani di controllare la vita privata degli ex eretici scampati al massacro.
Come funziona la Ghironda?
La Ghironda si tiene normalmente poggiata sulle gambe del suonatore, ma si può anche suonare in piedi fissata sul dorso con una cinghia. Per far vibrare le corde di questo particolare strumento musicale (a metà tra un cordofono, un organo e un pianoforte) non si usa l’archetto come per il violino o le dita come per altri cordofoni.
Il suono è prodotto dalla sfregatura di una ruota azionata da una manovella e modificato con la pressione di tasti in legno.
Alla base del funzionamento dello strumento c’è una ruota di legno, coperta di pece e azionata da una manovella, che sfrega le varie corde: i cantini, i bordoni e la trompette.
- I cantini, solitamente due posti nella parte centrale dello strumento, sono controllati da una tastiera cromatica e realizzano la melodia.
- I bordoni, posti vicino al piano armonico, producono un suono continuo: di solito la tonica ma a volte si usa la dominante.
- La corda della trompette, poggiando su un ponticello mobile detto anche «chien» (cane), produce invece un caratteristico suono ronzante.
La Ghironda, dalla corte francese all’uso folkloristico
La storia di questo particolare strumento musicale pare quasi racchiudere l’articolata storia fatta di migrazioni della piccola comunità Occitana di Guardia Piemontese in provincia di Cosenza.
La Ghironda di Guardia Piemontese ha la forma di una barca con decorazioni. E con tanto di polena, quella decorazione lignea (spesso figura femminile o di animale) che si trovava sulla prua delle navi dal XVI al XIX secolo.
L’antenato della Ghironda Occitana è l’Organistrum, un enorme cordofono utilizzato nel periodo gotico principalmente in ambito monastico per eseguire brani sacri in accompagnamento al canto.
Si tratta di un organo a due, lungo circa due metri e suonato poggiato sulle gambe. Il primo suonatore girava la manovella e il secondo produceva la melodia digitando i tasti.

In breve tempo la Symphonia divenne uno strumento musicale molto diffuso e, nella seconda metà del XVII secolo, compare addirittura nella corte francese.
In questi anni la Symphonia si trasforma nella conformazione giunta fino a noi, l’aspetto esteriore è più curato e l’intonazione è più precisa.
Nonostante questo breve periodo colto, però, la Ghironda non ottiene un posto fisso all’interno dell’orchestra d’opera. E nella seconda metà del XVII secolo ritorna al popolo per diventare uno strumento folkloristico per l’esecuzione di musica delle tradizioni popolari.
La Ghironda Occitana di Guardia Piemontese
In seguito all’unità nazionale la comunità divenne una minoranza di una minoranza, di conseguenza le tradizioni e la lingua Occitana a Guardia Piemontese entrarono in una profonda crisi, limitando progressivamente l’uso in contesti privati e in poche occasioni pubbliche.
Il decennio decisivo per la ri-nascita di una nuova coscienza collettiva della popolazione locale per l’esclusività del proprio patrimonio etno-antropologico e linguistico fu quello a cavallo tra i secoli XX e XXI. A seguito anche del riconoscimento ufficiale come una minoranza storico linguistica Italiana dall’art. 2 della legge 482/1999.
Un bellissimo articolo da leggere su Guardia Piemontese alla pagina di LoveCetraro.
Fonti: sergiostraface.it | wikipedia.it | calabriaportal.com |